La stampa ha costruito un'altra bufala
"Hanno costruito un'altra bufala, stanno dicendo il falso e alla fine tutti vedranno che si tratta di un boomerang". Nuovo attacco del premier Silvio Berlusconi alla "stampa di sinistra" ed all'opposizione sul tema della liste che si stanno costruendo dentro il Pdl per le prossime elezioni europee. Il presidente del Consiglio si e' detto sicuro che presto si vedra' con chiarezza come "questa stampa di sinistra non ha smesso di essere una stampa che disinforma, che costruisce delle manovre solo al fine di delegittimare l'avversario politico con la complicita' dell'opposizione".
Chiameremo la stampa "disinformatia"
"Credo che gli italiani possano giudicare con quali giornali di sinistra ci troviamo a che fare. Giornali che chiameremo con il titolo di 'Disinformatia' ". Lo afferma il premier Silvio Berlusconi, conversando con i cronisti, parlando degli articoli dei giornali in cui si faceva riferimento ad alcune candidature femminili nelle liste del Pdl per le europee.
ROMA - I distinguo tra Fini e il Cavaliere non sono una novità. Ma stavolta l'affondo di FareFuturo, fondazione animata dal presidente della Camera, punta su donne e televisione. Ovvero due dei punti nevralgici della visione del mondo berlusconiana. "Le donne non sono gingilli da utilizzare come specchietti per le allodole, non sono nemmeno fragili esserini bisognosi di protezione e promozione da parte di generosi e paterni signori maschi, le donne sono, banalmente, persone. Vorremmo che chi ha importanti responsabilità politiche qualche volta lo ricordasse". Parole come pietre, firmate da Sofia Ventura sul magazine della fondazione. Al punto che, alcune ore più tardi, lo stesso Gianfranco Fini deve puntualizzare definendo "copmprensibili, ma eccessive e non totalmente condivisibili" le opionioni della Ventura.
Da tempo, la ricerca dello smarcamento dal premier è strategia quotidiana del presidente della Camera. E, come in passato, Farefuturo è lo strumento per mandare precisi segnali. Ora è il turno del personalissimo modo con cui il premier utilizza le donne in politica, le procedure di scelta e il retroterra da cui provengono. Veline, velinismo e simili, insomma.
Una scelta rilanciata con forza dal premier per l'ultima infornata di candidature del Pdl per le Europee. Nell'ordine ci sono Barbara Matera, già "letteronza", Angela Sozio, ex del Grande Fratello, Camilla Ferranti, reduce da Incantesimo, Eleonora Gaggioli, direttamente dai set di Don Matteo ed Elisa di Rivombrosa. "Volti nuovi e freschi" nelle intenzioni del Cavaliere. Destinati a rappresentare l'Italia in Europa. In quel Parlamento europeo che con le ribalte televisive ha poco da spartire. O almeno dovrebbe.
Il giudizio di Farefuturo è duro. Si parla di "una pratica di cooptazione di giovani signore con un background che difficilmente può giustificare la loro presenza in un'assemblea elettiva come la Camera dei deputati o anche in ruoli di maggiore responsabilità".
E che nessuno parli di ricerca di volti nuovi, di nuove pratiche di selezione. Di rottura con le liturgie partitiche. "Qui assistiamo ad una dirigenza di partito che fa uso dei bei volti e dei bei corpi di persone che con la politica non hanno molto a che fare, allo scopo di proiettare una (falsa) immagine di freschezza e rinnovamento - continua Farefuturo -. Questo uso strumentale del corpo femminile, al quale naturalmente le protagoniste si prestano con estrema disinvoltura, denota uno scarso rispetto da un lato per quanti, uomini e donne, hanno conquistato uno spazio con le proprie capacità e il proprio lavoro, dall'altro per le istituzioni e per la sovranità popolare che le legittima".
Nessuna valorizzazione, insomma, semmai un uso spregiudicato del "corpo delle donne" che ottiene l'effetto opposto. A fronte di numeri che fotografano una presenza femminile in politica ancorata a livelli minimi, infatti, la risposta del Cavaliere è un "velinismo" che "rilancia uno stereotipo femminile mortificante, accuratamente coltivato dalla nostra televisione (che è, a questo proposito, un unicum nel contesto europeo-occidentale) e drammaticamente diseducativo per le nuove generazioni
mercoledì 29 aprile 2009
VERONICA LARIO ESPRIME IL SUO PARERE SULLE VELINE
VERONICA LARIO TERREMOTA BERLUSCONI CHE SI LAMENTA: UN MESE DI PASSERELLE TELEVISIVE SPRECATO INVANO
Etichette:
VERONICA LARIO TERREMOTA BERLUSCONI
lunedì 27 aprile 2009
BERLUSCONI SALVERA' IL MONDO DALLA PESTE SUINA
I LAVORATORI DELLA THYSSEN CHE HANNO DENUNCIATO L'AZIENDA E SI SONO COSTITUITI PARTE CIVILE SONO TRATTATI DAI PADRONI PEGGIO DELLA PESTE SUINA: NESSUNO DI LORO TROVA PIU' UN POSTO. E C'è DA CHIEDERSI: COME MAI TUTTE LE AZIENDE DI TORINO SANNO CHI SONO? ESISTONO DOSSIE SUI LAVORATORI DA QUALCHE PARTE?
CON LA PESTE SUINA BERLUSCONI ARRIVERA' AL 100% DELLE PREFERENZE
CON LA PESTE SUINA BERLUSCONI ARRIVERA' AL 100% DELLE PREFERENZE
Etichette:
BERLUSCONI SALVA IL MONDO DALLA PESTE SUINA
incredibile: Cofferati condannato per attività antisindacle
COFFERATI CONDANNATO PER ATTIVITA' ANTISINDACALE
Condannato per comportamento antisindacale, lui che per anni è stato il leader del principale sindacato nazionale: la Cgil. Sergio Cofferati, oggi sindaco di Bologna, si è visto arrivare la brutta notizia a pochi giorni dalla fine del suo mandato come primo cittadino. Il sindaco, che ha già comunicato che non si ricandiderà, è stato ritenuto colpevole circa un esposto dei rappresentanti dei lavoratori del Teatro Comunale di Bologna, nel suo ruolo di presidente della Fondazione Lirica. A dare la notizia sono state la Fistel-Cisl e Fisals-Cisal, che hanno convocato una conferenza stampa.
Secondo l'accusa accolta dal tribunale del lavoro, Cofferati avrebbe violato il 22 marzo scorso l’articolo 28 dello statuto dei lavoratori, in occasione della prima delle quattro giornate di sciopero che impedirono la messa in scena della “Gazza Ladra” al teatro Comunale. Nell’occasione sulla bacheca del teatro comparve un avviso che i sindacati hanno giudicato illegittimo. C'era scritto, ricorda l'avv.Renzo Cristiani che tutela Fisal e Fistel, che nel caso di sciopero non sarebbero stati pagati nemmeno coloro che allo sciopero non aderivano. L’avviso fu giudicato come un "atto intimidatorio" dai sindacati di categoria. Cofferati ha sempre sostenuto che in base allo statuto il responsabile in questo caso non è il presidente della Fondazione, ma il sovrintendente, Mario Tutino. E che comunque in occasione di questi scioperi veniva violato da parte degli scioperanti uno dei principi cardine di una corretta lotta sindacale: e cioè che al danno inflitto al datore di lavoro con lo stop alle attività, corrispondesse un danno dei lavoratori, con la perdita della paga nelle ore di sciopero. Secondo Cofferati, in alcuni casi, in quel teatro era sufficiente che una sola categoria di dipendenti, magari gli addetti alle luci, alcune unità, bloccasse il lavoro di tutti. Col risultato che il danno era massimo per il teatro, mentre alle altre decine di dipendenti doveva essere riconosciuto per intero lo stipendio. In questo modo, aggiunge in sindaco, diventava molto facile scioperare. Secondo il suo difensore, Mario Jacchia, il ricorso non stava in piedi, perché quello che fu fatto dal teatro era stato solo un esercizio di trasparenza.
Resta la beffa per lo storico sindacalista che nel 2002 difese strenuamente lo statuto dei lavoratori, in particolare l’articolo 18, con la grande manifestazione che vide arrivare al Circo Massimo di Roma tre milioni di lavoratori. Oggi, a causa dello stesso statuto, Cofferati è stato condannato dal tribunale del lavoro.
Condannato per comportamento antisindacale, lui che per anni è stato il leader del principale sindacato nazionale: la Cgil. Sergio Cofferati, oggi sindaco di Bologna, si è visto arrivare la brutta notizia a pochi giorni dalla fine del suo mandato come primo cittadino. Il sindaco, che ha già comunicato che non si ricandiderà, è stato ritenuto colpevole circa un esposto dei rappresentanti dei lavoratori del Teatro Comunale di Bologna, nel suo ruolo di presidente della Fondazione Lirica. A dare la notizia sono state la Fistel-Cisl e Fisals-Cisal, che hanno convocato una conferenza stampa.
Secondo l'accusa accolta dal tribunale del lavoro, Cofferati avrebbe violato il 22 marzo scorso l’articolo 28 dello statuto dei lavoratori, in occasione della prima delle quattro giornate di sciopero che impedirono la messa in scena della “Gazza Ladra” al teatro Comunale. Nell’occasione sulla bacheca del teatro comparve un avviso che i sindacati hanno giudicato illegittimo. C'era scritto, ricorda l'avv.Renzo Cristiani che tutela Fisal e Fistel, che nel caso di sciopero non sarebbero stati pagati nemmeno coloro che allo sciopero non aderivano. L’avviso fu giudicato come un "atto intimidatorio" dai sindacati di categoria. Cofferati ha sempre sostenuto che in base allo statuto il responsabile in questo caso non è il presidente della Fondazione, ma il sovrintendente, Mario Tutino. E che comunque in occasione di questi scioperi veniva violato da parte degli scioperanti uno dei principi cardine di una corretta lotta sindacale: e cioè che al danno inflitto al datore di lavoro con lo stop alle attività, corrispondesse un danno dei lavoratori, con la perdita della paga nelle ore di sciopero. Secondo Cofferati, in alcuni casi, in quel teatro era sufficiente che una sola categoria di dipendenti, magari gli addetti alle luci, alcune unità, bloccasse il lavoro di tutti. Col risultato che il danno era massimo per il teatro, mentre alle altre decine di dipendenti doveva essere riconosciuto per intero lo stipendio. In questo modo, aggiunge in sindaco, diventava molto facile scioperare. Secondo il suo difensore, Mario Jacchia, il ricorso non stava in piedi, perché quello che fu fatto dal teatro era stato solo un esercizio di trasparenza.
Resta la beffa per lo storico sindacalista che nel 2002 difese strenuamente lo statuto dei lavoratori, in particolare l’articolo 18, con la grande manifestazione che vide arrivare al Circo Massimo di Roma tre milioni di lavoratori. Oggi, a causa dello stesso statuto, Cofferati è stato condannato dal tribunale del lavoro.
domenica 26 aprile 2009
IN FRANCIA I LAVORATORI SONO TROPPO MODERATI
IN FRANCIA SEQUESTRANO I MENAGER DELLE AZIENDE IN CRISI, E IN ITALIA? GLI ASINI VOLANO NEGLI SCHERMI TELEVISIVI
venerdì 24 aprile 2009
OBAMA E TUTTI I CAPI DI STATO DEL G8 SI SONO TOCCATI LE PALLE QUANDO BERLUSCONI HA DETTO CHE FARA' IL G8 A L'AQUILA
I CAPI DI STATO SI SONO TOCCATI LE PALLE QUANDO HANNO SAPUTO CHE BERLUSCONI
VUOLE FARE IL G8 A L'AQUILA. NON TEMONO IL TERREMOTO MA LA SUA SFIGA
Etichette:
BERLUSCONI PORTA IL G8 AIN ABRUZZO
giovedì 23 aprile 2009
mercoledì 22 aprile 2009
SONO 15 ANNI CHE GLI STIPENDI DEI LAVORATORI CALANO
I LAVORATORI PRECARI SONO I NUOVI SCHIAVI, COSTRETTI AL SILENZIO CON STIPENDI DA FAME. RICORDIAMOCELO ALLE PROSSIME ELEZIONI
BANKITALIA:STIPENDIO GIOVANI CALA, GUADAGNANO 35% MENO PADRI
Inviato da sadmin Lunedì, 22 ottobre 2007 ore 13:11
Contributo di cortinovis
I figli hanno buste paga decisamente più leggere dei padri. E “difficoltà crescenti nel costruirsi una carriera lavorativa che consenta il pieno sviluppo delle attitudini e delle capacità individuali”.
Come se non bastasse a “esacerbare” il gap generazionale esistente fra padri e figli, almeno in termini di guadagni, sono state poi le riforme del sistema previdenziale. E’ questa la fotografia dei giovani alle prese con il mondo del lavoro scattata da un ‘working paper’ della Banca d’Italia, titolo “Il divario generazionale: un’analisi dei salari relativi dei lavoratori giovani e vecchi in Italia”. Una ricerca i cui risultati, come tutte quelle di questo tipo raccolte nei ‘Temi di discussione’, sono responsabilità degli autori e non impegna la posizione ufficiale della Banca d’Italia e cghe tra le conseguenze di questo stato di cose indica anche la “maggiore dipendenza dalle famiglie di origine”. Un accenno che richiama le polemiche seguite all’uso del termine “bamboccioni” da parte del ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa.
“Il salario dei lavoratori dipendenti più giovani si è ridotto negli anni Novanta rispetto a quello dei lavoratori più anziani. In particolare, il calo del salario d’ingresso non è stato controbilanciato da una carriera e, quindi, una crescita delle retribuzioni più rapida. La perdita di reddito nel confronto con le generazioni precedenti risulta dunque in larga parte permanente”, sottolinea lo studio, osservando come “in un quadro di moderazione salariale”, come quello degli ultimi anni, sembra che “l’aggiustamento delle retribuzioni sia stato asimmetrico e abbia penalizzato maggiormente le prospettive dei lavoratori neoassunti rispetto a quelle dei lavoratori impiegati”. Alla fine degli anni Ottanta le retribuzioni nette medie mensili degli uomini fra i 19 e i 30 anni “erano del 20% più basse di quelle degli uomini fra i 31 e i 60 anni. Nel 2004 la differenza era quasi raddoppiata in termini relativi, salendo al 35%”, osserva lo studio, mettendo in evidenza che un andamento simile è osservato anche per le retribuzioni orarie, “che non risentono della crescente diffusione del lavoro part-time, ed è riscontrabile a tutti i livelli di istruzione”. La dinamica del differenziale generazionale - prosegue lo studio - riflette il “declino dei salari d’ingresso, presumibilmente connesso ai mutamenti della legislazione sul mercato del lavoro”.
Per favorire il calo del tasso di disoccupazione tra i giovani, infatti, negli anni passati è stato introdotto un nuovo tipo di contratto che ha consentito alle imprese di pagare meno i neoassunti, come “compensazione per gli obblighi di training” dei giovani. Gli autori dello studio stimano che “nel decennio 1992-2002 il salario mensile iniziale sia diminuito di oltre l’11% per i giovani entrati sul mercato del lavoro fra i 21 e i 22 anni, presumibilmente diplomati (da 1.200 euro mensili a meno di 1.100 euro); il calo è dell’8% per i lavoratori fra i 25 e i 26 anni, potenzialmente laureati (da 1.300 a 1.200 euro mensili). per entrambe le classi di età, i salari d’ingresso, sono tornati nel 2002 ai livelli di 20 anni prima”. A esacerbare ancor di più il gap generazionale, anche in termini previdenziali oltre che di busta paga, sono poi intervenute le riforme delle pensioni. “I giovani lavoratori sembrano dover sopportare elevati contributi sociali e alte tasse, un rallentamento della crescita dei salari reali e una bassa copertura pensionistica, insieme a una carriera instabile. Questo è abbastanza - conclude lo studio - per giustificare crescenti preoccupazioni, anche in presenza di una crescita dell’occupazione”.
BANKITALIA:STIPENDIO GIOVANI CALA, GUADAGNANO 35% MENO PADRI
Inviato da sadmin Lunedì, 22 ottobre 2007 ore 13:11
Contributo di cortinovis
I figli hanno buste paga decisamente più leggere dei padri. E “difficoltà crescenti nel costruirsi una carriera lavorativa che consenta il pieno sviluppo delle attitudini e delle capacità individuali”.
Come se non bastasse a “esacerbare” il gap generazionale esistente fra padri e figli, almeno in termini di guadagni, sono state poi le riforme del sistema previdenziale. E’ questa la fotografia dei giovani alle prese con il mondo del lavoro scattata da un ‘working paper’ della Banca d’Italia, titolo “Il divario generazionale: un’analisi dei salari relativi dei lavoratori giovani e vecchi in Italia”. Una ricerca i cui risultati, come tutte quelle di questo tipo raccolte nei ‘Temi di discussione’, sono responsabilità degli autori e non impegna la posizione ufficiale della Banca d’Italia e cghe tra le conseguenze di questo stato di cose indica anche la “maggiore dipendenza dalle famiglie di origine”. Un accenno che richiama le polemiche seguite all’uso del termine “bamboccioni” da parte del ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa.
“Il salario dei lavoratori dipendenti più giovani si è ridotto negli anni Novanta rispetto a quello dei lavoratori più anziani. In particolare, il calo del salario d’ingresso non è stato controbilanciato da una carriera e, quindi, una crescita delle retribuzioni più rapida. La perdita di reddito nel confronto con le generazioni precedenti risulta dunque in larga parte permanente”, sottolinea lo studio, osservando come “in un quadro di moderazione salariale”, come quello degli ultimi anni, sembra che “l’aggiustamento delle retribuzioni sia stato asimmetrico e abbia penalizzato maggiormente le prospettive dei lavoratori neoassunti rispetto a quelle dei lavoratori impiegati”. Alla fine degli anni Ottanta le retribuzioni nette medie mensili degli uomini fra i 19 e i 30 anni “erano del 20% più basse di quelle degli uomini fra i 31 e i 60 anni. Nel 2004 la differenza era quasi raddoppiata in termini relativi, salendo al 35%”, osserva lo studio, mettendo in evidenza che un andamento simile è osservato anche per le retribuzioni orarie, “che non risentono della crescente diffusione del lavoro part-time, ed è riscontrabile a tutti i livelli di istruzione”. La dinamica del differenziale generazionale - prosegue lo studio - riflette il “declino dei salari d’ingresso, presumibilmente connesso ai mutamenti della legislazione sul mercato del lavoro”.
Per favorire il calo del tasso di disoccupazione tra i giovani, infatti, negli anni passati è stato introdotto un nuovo tipo di contratto che ha consentito alle imprese di pagare meno i neoassunti, come “compensazione per gli obblighi di training” dei giovani. Gli autori dello studio stimano che “nel decennio 1992-2002 il salario mensile iniziale sia diminuito di oltre l’11% per i giovani entrati sul mercato del lavoro fra i 21 e i 22 anni, presumibilmente diplomati (da 1.200 euro mensili a meno di 1.100 euro); il calo è dell’8% per i lavoratori fra i 25 e i 26 anni, potenzialmente laureati (da 1.300 a 1.200 euro mensili). per entrambe le classi di età, i salari d’ingresso, sono tornati nel 2002 ai livelli di 20 anni prima”. A esacerbare ancor di più il gap generazionale, anche in termini previdenziali oltre che di busta paga, sono poi intervenute le riforme delle pensioni. “I giovani lavoratori sembrano dover sopportare elevati contributi sociali e alte tasse, un rallentamento della crescita dei salari reali e una bassa copertura pensionistica, insieme a una carriera instabile. Questo è abbastanza - conclude lo studio - per giustificare crescenti preoccupazioni, anche in presenza di una crescita dell’occupazione”.
martedì 21 aprile 2009
Vogliono uccidere due volte i lavoratori della Thyssen
Thyssen, i parenti delle vittime scrivono a Napolitano
I parenti delle vittime del rogo alla Thyssen di Torino, del 6 dicembre 2007, hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che arrivera' oggi nel capoluogo piemontese, per chiedere di intervenire per impedire che passi l'articolo 10 bis del testo unico per la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Si tratta di una norma che prevede di punire la condotta dei datori di lavoro, in caso di infortunio, solo a determinate condizioni: tra queste, anche la condizione che non vi siano responsabilita' degli operai coinvolti. La norma, cosi' formulata, rischierebbe di avere conseguenze giudiziarie anche sulla punibilita' degli imputati nel processo Thyssen, che e' ripreso questa mattina a Torino.
A denunciare la formulazione dell'articolo 10 bis e' stata ieri la Fiom, ma gia' nelle settimane scorse il pm Raffaele Guariniello aveva segnalato che la norma sarebbe in contrasto con l'articolo 40 del codice penale secondo cui "chi non fa di tutto per impedire un evento, avendo l'obbligo di farlo, e' come se cagionasse l'evento stesso".
"E' strano che vogliano introdurre una simile norma proprio ora che ci sono in corso i processi Thyssen e Eternit" hanno commentato alcuni parenti a margine dell'udienza. In aula, dove intanto e' in corso il controesame dei periti, e' stata esposta sui banchi, come sempre, la foto dei sette operai deceduti nel rogo del 6 dicembre 2007 con sotto la scritta: "non uccideteli una seconda volta".
lunedì 20 aprile 2009
BERLUSCONI HA DIMOSTRATO LA SUA EFFICENZA COL TERREMOTO, E' RIUSCITO AD ABBRACCIARE 5000 BAMBINI E A RECUPERARE 340 DENTIERE PERSE SOTTO LE MACERIE
BERLUSCONI PORTERA' ANCHE SFIGA MA COL TERREMOTO HA AUMENTATO ANCORA IL CONSENSO ED E' RIUSCITO A SUPERARE IL DITTATORE DELLA COREA DEL NORD KIM JONG II
ANCORA UN PAIO DI GROSSE SFIGHE E BERLUSCONI RAGGIUNGERA' IL CONSENSO DEL 98% SUPERANDO COSI' IL DITTATORE NORD COREANO KIM JONG II CHE E' FERMO AL 97%
ANCORA UN PAIO DI GROSSE SFIGHE E BERLUSCONI RAGGIUNGERA' IL CONSENSO DEL 98% SUPERANDO COSI' IL DITTATORE NORD COREANO KIM JONG II CHE E' FERMO AL 97%
Etichette:
BERLUSCONI SUPERA IL CONSENSO DI KIM JONG II
domenica 19 aprile 2009
mercoledì 15 aprile 2009
martedì 14 aprile 2009
giovedì 9 aprile 2009
lunedì 6 aprile 2009
MA BERLUSCONI PORTA SFIGA?
DOPO LE TORRI GEMELLE, UNA CRISI MONDIALE DI PROPORZIONI BIBLICHE E UN TERREMOTO DEVASTANTE COS'ALTRO PUO' ACCADERE IN QUESTI PROSSIMI ANNI DI GOVERNO BERLUSCONI? SPERIAMO NON ARRIVI UNA METEORITE CHE DISTRUGGERA' IL PIANETA
Il ricercatore Infn, inventore di un sistema per prevedere i terremoti,
nei giorni scorsi era stato accusato dalla magistratura di procurato allarme
Lo sfogo di Giampaolo Giuliani
"Qualcuno deve chiedermi scusa"
di FEDERICA CRAVERO
Giampaolo Giuliani
TORINO - "Ci sono persone che devono chiedermi scusa e che avranno sulla coscienza il peso di quello che è accaduto". È arrabbiato, distrutto, Giampaolo Giuliani, ricercatore ai laboratori del Gran Sasso dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, che ha messo a punto un sistema in grado di prevedere i terremoti. Nei giorni scorsi lo strumento da lui creato aveva rilevato la presenza massiccia di precursori dei terremoti nella zona di Sulmona, attraverso i livelli di radon liberati dalla terra. Poi il sisma non era avvenuto e lui era stato denunciato per procurato allarme. Ma le sue previsioni, evidentemente, non erano errate, ma soltanto anticipate.
Cosa ha pensato quando ha visto che il suo allarme non era ingiustificato?
"Questa notte non sapevo più a chi rivolgermi, vedevo la situazione che stava precipitando e io non potevo fare nulla perché ho ricevuto un avviso di garanzia per aver detto che ci sarebbe stato un terremoto".
Lei vive all'Aquila, come ha vissuto il sisma?
"Qui ci sono dei morti, cinquantamila persone senzatetto, una situazione drammatica, nemmeno durante i bombardamenti in guerra si vedevano cose del genere. Vedevamo le case muoversi, una sensazione tremenda, anche se per me si aggiungeva la rabbia ".
Lei è stato anche messo in ridicolo per la sua previsione. Come si sente adesso?
"Di me sono state dette delle cose tremende. Mi hanno dato dell'imbecille, perché i terremoti non si possono prevedere. Ma era una situazione creata ad arte. Io adesso non ce la faccio nemmeno a parlare, la situazione è troppo grave. Ma adesso c'è gente che mi deve chiedere scusa".
A chi si riferisce?
"Al capo della protezione civile Guido Bertolaso: andate a leggere cosa ha dichiarato di me. E poi parlo del sindaco di Sulmona e dell'assessore alla protezione civile. Mi devono chiedere scusa sulle pagine dei giornali nazionali. Queste persone portano sulla coscienza un peso enorme".
Il ricercatore Infn, inventore di un sistema per prevedere i terremoti,
nei giorni scorsi era stato accusato dalla magistratura di procurato allarme
Lo sfogo di Giampaolo Giuliani
"Qualcuno deve chiedermi scusa"
di FEDERICA CRAVERO
Giampaolo Giuliani
TORINO - "Ci sono persone che devono chiedermi scusa e che avranno sulla coscienza il peso di quello che è accaduto". È arrabbiato, distrutto, Giampaolo Giuliani, ricercatore ai laboratori del Gran Sasso dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, che ha messo a punto un sistema in grado di prevedere i terremoti. Nei giorni scorsi lo strumento da lui creato aveva rilevato la presenza massiccia di precursori dei terremoti nella zona di Sulmona, attraverso i livelli di radon liberati dalla terra. Poi il sisma non era avvenuto e lui era stato denunciato per procurato allarme. Ma le sue previsioni, evidentemente, non erano errate, ma soltanto anticipate.
Cosa ha pensato quando ha visto che il suo allarme non era ingiustificato?
"Questa notte non sapevo più a chi rivolgermi, vedevo la situazione che stava precipitando e io non potevo fare nulla perché ho ricevuto un avviso di garanzia per aver detto che ci sarebbe stato un terremoto".
Lei vive all'Aquila, come ha vissuto il sisma?
"Qui ci sono dei morti, cinquantamila persone senzatetto, una situazione drammatica, nemmeno durante i bombardamenti in guerra si vedevano cose del genere. Vedevamo le case muoversi, una sensazione tremenda, anche se per me si aggiungeva la rabbia ".
Lei è stato anche messo in ridicolo per la sua previsione. Come si sente adesso?
"Di me sono state dette delle cose tremende. Mi hanno dato dell'imbecille, perché i terremoti non si possono prevedere. Ma era una situazione creata ad arte. Io adesso non ce la faccio nemmeno a parlare, la situazione è troppo grave. Ma adesso c'è gente che mi deve chiedere scusa".
A chi si riferisce?
"Al capo della protezione civile Guido Bertolaso: andate a leggere cosa ha dichiarato di me. E poi parlo del sindaco di Sulmona e dell'assessore alla protezione civile. Mi devono chiedere scusa sulle pagine dei giornali nazionali. Queste persone portano sulla coscienza un peso enorme".
IL NUOVO CHE AVANZA
FRANCESCHINI DICE CHE BERLUSCONI E' VECCHIO POLITICAMENTE. MA SENZA TRUCCHI PUò ESSERE COSI'. VI RIPROPONGO UN RACCONTO SCRITTO NEL 2007.
NUOVO CHE AVANZA. SAREMO GOVERNATI PER ALTRI 30 ANNI DA BERLUSCONI E BONDI
Nel ventennale della nuova tutto stava crollando. Gli italiani si erano accorti che faceva anche i miracoli. Nel 2008 era riuscito a far dire qualcosa di sensato a Cicchitto e trasformare in favoloso il suo fallimentare governo del paese. Guariva gli increduli e i comunisti. Era anche riuscito a prendersi il merito della ripresa economica che Prodi aveva realizzato. Il governo Prodi era caduto nel 2008. Il ministro Mastella era stato invitato sull’”Icaro” di D’Alema senza essere stato munito di ali per l’atterraggio. Le prime sculture virtuali in 5 D gli furono dedicate nel 2020, dopo che vinse le elezioni col 98% dei voti espressi col telecomando. Nel 2025 in ogni piazza d’Italia c’era un suo monumento. Il “Comunicatore” appariva altissimo; aveva muscoli tesi, capelli lunghi ed invece di invecchiare come tutti gli umani, ringiovaniva sempre di più. A secondo delle scene i monumenti emanavano speciali profumi creati in appositi laboratori. Quando nel monumento appariva mentre falciava il grano, l’odore acre del suo sudore permeava tutta la piazza. Nel 2030 aveva comprato Tele Europa così anche gli altri europei riuscivano a vederlo e sentirlo, ed essere miracolati come quei fortunati degli italiani. Le prigioni erano state tutte chiuse; chi commetteva reati era privato della visione delle sue imprese per un periodo di tempo, in base alla gravità del crimine. In Italia tutto era in ordine: anche i treni erano tornati ad arrivare virtualmente in orario. Chi non si adeguava, veniva munito di un braccialetto televisivo sintonizzato 24 ore al giorno su Rete 4, dove erano trasmessi incessantemente programmi di rieducazione dagli eredi di Emilio Fede. Pochi resistevano a simili torture, i dissidenti erano ormai ridotti a poche decine. Nel 2040 non c’era più bisogno di procurarsi il cibo, bastava accendere il telecomputer a 5 dimensioni nell’ora stabilita e cliccare sul cibo che si voleva mangiare. Le pillole nutrivisive, distribuite nei giganmercati di proprietà del “Comunicatore”, appagavano tutti i sensi. Pagando, si poteva anche far l’amore virtuale con le donne più belle e gli uomini più prestanti del pianeta. Ogni tanto qualcuno si chiedeva come facesse il “Comunicatore” ad apparire ancora giovane e forte nonostante l’età. I televenditori di quartiere vigilavano e i dubbiosi venivano subito rieducati con dosi massicce di telenovele. Come si poteva dubitare dei suoi miracoli? Era riuscito a far diventare Presidente di Forza Europa Schifani e far apparire anche un barlume di furbizia sul volto di Vito. Ma un giorno del 2040 un bambino bolognese di 4 anni cominciò a rifiutarsi di mangiare le nutrovisive. Voleva avere i denti per masticare il cibo come il suo bisnonno, che nel secolo precedente era stato partigiano nella brigata Stella Rossa. Ebbe anche il coraggio di dire davanti alle sue insegnanti di educazione virtuale che quegli uomini finti che si materializzavano quando faceva la cacca e gli consigliavano quale carta igienica utilizzare erano schifosi. In pochi attimi quelle parole fecero il giro della città che, come in altri periodi della storia, risvegliò improvvisamente i suoi istinti rivoluzionari. Migliaia di bolognesi distrussero il monumento del “Comunicatore” piazzato di fianco al Nettuno. In poco tempo la protesta dilagò in tutta Europa e si scoprì che il “Comunicatore” era già morto da diversi anni. Il suo corpo congelato era stato custodito da una casta sacerdotale guidata da un ormai canuto Bondi. I rivoltosi scongelarono il suo corpo che poté finalmente riposare sotto un metro di terra vera.
NUOVO CHE AVANZA. SAREMO GOVERNATI PER ALTRI 30 ANNI DA BERLUSCONI E BONDI
Nel ventennale della nuova tutto stava crollando. Gli italiani si erano accorti che faceva anche i miracoli. Nel 2008 era riuscito a far dire qualcosa di sensato a Cicchitto e trasformare in favoloso il suo fallimentare governo del paese. Guariva gli increduli e i comunisti. Era anche riuscito a prendersi il merito della ripresa economica che Prodi aveva realizzato. Il governo Prodi era caduto nel 2008. Il ministro Mastella era stato invitato sull’”Icaro” di D’Alema senza essere stato munito di ali per l’atterraggio. Le prime sculture virtuali in 5 D gli furono dedicate nel 2020, dopo che vinse le elezioni col 98% dei voti espressi col telecomando. Nel 2025 in ogni piazza d’Italia c’era un suo monumento. Il “Comunicatore” appariva altissimo; aveva muscoli tesi, capelli lunghi ed invece di invecchiare come tutti gli umani, ringiovaniva sempre di più. A secondo delle scene i monumenti emanavano speciali profumi creati in appositi laboratori. Quando nel monumento appariva mentre falciava il grano, l’odore acre del suo sudore permeava tutta la piazza. Nel 2030 aveva comprato Tele Europa così anche gli altri europei riuscivano a vederlo e sentirlo, ed essere miracolati come quei fortunati degli italiani. Le prigioni erano state tutte chiuse; chi commetteva reati era privato della visione delle sue imprese per un periodo di tempo, in base alla gravità del crimine. In Italia tutto era in ordine: anche i treni erano tornati ad arrivare virtualmente in orario. Chi non si adeguava, veniva munito di un braccialetto televisivo sintonizzato 24 ore al giorno su Rete 4, dove erano trasmessi incessantemente programmi di rieducazione dagli eredi di Emilio Fede. Pochi resistevano a simili torture, i dissidenti erano ormai ridotti a poche decine. Nel 2040 non c’era più bisogno di procurarsi il cibo, bastava accendere il telecomputer a 5 dimensioni nell’ora stabilita e cliccare sul cibo che si voleva mangiare. Le pillole nutrivisive, distribuite nei giganmercati di proprietà del “Comunicatore”, appagavano tutti i sensi. Pagando, si poteva anche far l’amore virtuale con le donne più belle e gli uomini più prestanti del pianeta. Ogni tanto qualcuno si chiedeva come facesse il “Comunicatore” ad apparire ancora giovane e forte nonostante l’età. I televenditori di quartiere vigilavano e i dubbiosi venivano subito rieducati con dosi massicce di telenovele. Come si poteva dubitare dei suoi miracoli? Era riuscito a far diventare Presidente di Forza Europa Schifani e far apparire anche un barlume di furbizia sul volto di Vito. Ma un giorno del 2040 un bambino bolognese di 4 anni cominciò a rifiutarsi di mangiare le nutrovisive. Voleva avere i denti per masticare il cibo come il suo bisnonno, che nel secolo precedente era stato partigiano nella brigata Stella Rossa. Ebbe anche il coraggio di dire davanti alle sue insegnanti di educazione virtuale che quegli uomini finti che si materializzavano quando faceva la cacca e gli consigliavano quale carta igienica utilizzare erano schifosi. In pochi attimi quelle parole fecero il giro della città che, come in altri periodi della storia, risvegliò improvvisamente i suoi istinti rivoluzionari. Migliaia di bolognesi distrussero il monumento del “Comunicatore” piazzato di fianco al Nettuno. In poco tempo la protesta dilagò in tutta Europa e si scoprì che il “Comunicatore” era già morto da diversi anni. Il suo corpo congelato era stato custodito da una casta sacerdotale guidata da un ormai canuto Bondi. I rivoltosi scongelarono il suo corpo che poté finalmente riposare sotto un metro di terra vera.
venerdì 3 aprile 2009
Iscriviti a:
Post (Atom)