domenica 25 ottobre 2009
venerdì 23 ottobre 2009
mercoledì 21 ottobre 2009
TREMONTI BERLUSCONI BRUNETTA SACCONI E I CONIUGI FANTASMINO. POSTO FISSO
Mettiamo alla prova Tremonti, Berlusconi e il Centro Sinistra. Un progetto di legge per l'abolizione di tutti i lavori precari, una prova di tre mesi per tutti i lavoratori per poi essere assunti con contratto a tempo indeterminato, probabilmente ci sarà qualche disoccupato in più, ma verrano stabilizzate le vite di 3.500.000 precari.
Il lavoro precario ha reso instabile la vita a milioni di giovani e non solo, in pochi anni è diventato quasi l'unico modo di trovare lavoro. Qui in Emilia-Romagna c'è sempre stata la piena occupazione, anche quando non c'erano i cosiddetti lavori flessibili. L'unico risultato ottenuto è stato quello di non avere più un lavoro sicuro, salari da fame, un futuro non più programmabile, di non avere più nessuna tutela sul posto di lavoro. Di subire tutte le angherie e le nevrosi di padroni, capi e capetti
per non essere licenziati. Anche i non più giovani, se per disgrazia si dovessero trovare disoccupati, e di questi tempi è molto facile, troverebbero solo lavori precari e
sottopagati. Tra l'altro la precarietà non ha giovato neppure alle aziende; chi non ha un lavoro sicuro difficilmente si affeziona all'azienda in cui lavora, e ciò non contribuisce certo allo sviluppo dell'azienda stessa che, ha bisogno di manodopera specializzata. Il lavoro precario certo non aiuta ad acquisire esperienza lavorativa e patrimonio di conoscenze che servano in una società moderna. A creare una tale situazione hanno contribuito tutti, partiti di sinistra, di centro e di destra, nessun partito ha mai fatto una seria opposizione a questa finta "modernizzazione". Solo ultimamente sembra che alcuni, si stiano rendendo conto della drammaticità della situazione di milioni di famiglie. Tra l'altro si sbandiera una diminuzione della disoccupazione, in realtà non è così, moltissimi giovani, soprattutto al sud, non si iscrivono più nemmeno alle liste di disoccupazione per l'impossibilità di trovare lavoro, anche precario e sottopagato. E poi come si può definire occupato un giovane che ha un lavoro solo per tre mesi, sei mesi o un anno, e senza avere nessuna certezza della conferma? E se nel frattempo
si ammala, si deve sposare o aspetta un bambino? Io per mia fortuna sono in pensione, ma sono molto preoccupato per il futuro delle nuove generazioni. La prossima primavera ci saranno le elezioni europee. Vi propongo di fare un patto, una specie di giuramento, di non dare il voto a nessun partito che non dica chiaramente e senza infingimenti, e prima delle elezioni, che s'impegnerà ad abolire il precariato, di qualsiasi forma. Di sostituirlo con una prova di soli 3 mesi per tutte le categorie, per poi avere un lavoro stabile, se confermati. Se sei d'accordo, dai il tuo consenso e fai girare questo proposta, se saremo in tanti i politici dovranno tenerne conto e prendere una posizione netta per l'abolizione. Tre milioni e mezzo di precari che prendono in mano la loro vita e cominciano ad interessarsi collettivamente del loro stato di emarginati possono determinare una svolta nella politica italiana. Come gli antichi schaivi romani ( la precarietà è una nuova forma di schiavismo) portate un distintivo, un segno di riconoscimento come per esempio la S di spartaco appuntatata sui vestiti .Quando vi accorgerete che siete una moltitudine potrete trattare da una posizione di forza con la politica. dai la tua adesione per il "posto fisso" su post di facebook di Carlo Soricelli
POSTO FISSO
Il lavoro precario ha reso instabile la vita a milioni di giovani e non solo, in pochi anni è diventato quasi l'unico modo di trovare lavoro. Qui in Emilia-Romagna c'è sempre stata la piena occupazione, anche quando non c'erano i cosiddetti lavori flessibili. L'unico risultato ottenuto è stato quello di non avere più un lavoro sicuro, salari da fame, un futuro non più programmabile, di non avere più nessuna tutela sul posto di lavoro. Di subire tutte le angherie e le nevrosi di padroni, capi e capetti
per non essere licenziati. Anche i non più giovani, se per disgrazia si dovessero trovare disoccupati, e di questi tempi è molto facile, troverebbero solo lavori precari e
sottopagati. Tra l'altro la precarietà non ha giovato neppure alle aziende; chi non ha un lavoro sicuro difficilmente si affeziona all'azienda in cui lavora, e ciò non contribuisce certo allo sviluppo dell'azienda stessa che, ha bisogno di manodopera specializzata. Il lavoro precario certo non aiuta ad acquisire esperienza lavorativa e patrimonio di conoscenze che servano in una società moderna. A creare una tale situazione hanno contribuito tutti, partiti di sinistra, di centro e di destra, nessun partito ha mai fatto una seria opposizione a questa finta "modernizzazione". Solo ultimamente sembra che alcuni, si stiano rendendo conto della drammaticità della situazione di milioni di famiglie. Tra l'altro si sbandiera una diminuzione della disoccupazione, in realtà non è così, moltissimi giovani, soprattutto al sud, non si iscrivono più nemmeno alle liste di disoccupazione per l'impossibilità di trovare lavoro, anche precario e sottopagato. E poi come si può definire occupato un giovane che ha un lavoro solo per tre mesi, sei mesi o un anno, e senza avere nessuna certezza della conferma? E se nel frattempo
si ammala, si deve sposare o aspetta un bambino? Io per mia fortuna sono in pensione, ma sono molto preoccupato per il futuro delle nuove generazioni. La prossima primavera ci saranno le elezioni europee. Vi propongo di fare un patto, una specie di giuramento, di non dare il voto a nessun partito che non dica chiaramente e senza infingimenti, e prima delle elezioni, che s'impegnerà ad abolire il precariato, di qualsiasi forma. Di sostituirlo con una prova di soli 3 mesi per tutte le categorie, per poi avere un lavoro stabile, se confermati. Se sei d'accordo, dai il tuo consenso e fai girare questo proposta, se saremo in tanti i politici dovranno tenerne conto e prendere una posizione netta per l'abolizione. Tre milioni e mezzo di precari che prendono in mano la loro vita e cominciano ad interessarsi collettivamente del loro stato di emarginati possono determinare una svolta nella politica italiana. Come gli antichi schaivi romani ( la precarietà è una nuova forma di schiavismo) portate un distintivo, un segno di riconoscimento come per esempio la S di spartaco appuntatata sui vestiti .Quando vi accorgerete che siete una moltitudine potrete trattare da una posizione di forza con la politica. dai la tua adesione per il "posto fisso" su post di facebook di Carlo Soricelli
POSTO FISSO
martedì 20 ottobre 2009
lunedì 19 ottobre 2009
TREMONTI E' A FAVORE DEL POSTO FISSO E SI SCAGLIA CONTRO LA PRECARIETA' DEL MODELLO AMERICANO
DOPO FINI LA SINISTRA TROVA UN ALTRO LEADER MARX TREMONTI
PRECARI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI E NON PERMETTETE CHE TREMONTI SI RIMANGI LA PAROLA...UNO CENTO MILLE UN MILIONE DI POSTI FISSI
Milano - I tempi dell'elogio della mobilità e dell'esempio americano sono passati. Anche il ministro Tremonti torna a elogiare il posto fisso, al punto da individuarlo come "la base della stabilità sociale". Il ministro dell'Economia ha espresso la sua tesi a Milano, al convegno promosso dalla Bpm sulla partecipazione dei lavoratori all'azionariato delle imprese. Al convegno erano presenti anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil.
"Non credo - ha detto il ministro - che la mobilità sia di per sè un valore. Per una struttura sociale come la nostra, il posto fisso è la base su cui costruire una famiglia. La stabilità del lavoro è alla base della stabilità sociale". A imporre forme di lavoro più flessibili, secondo Tremonti, è stata la globalizzaziopne che "non ha trasformato il quantum di lavoro ma la qualità di lavoro, passato da fisso a mobile. Era inevitabile fare diversamente".
Tremonti ha poi analizzato le diverse strutture di welfare elencando le criticità del modello statunitense: "Un conto è avere un posto di lavoro fisso o variabile in un contesto di welfare come quello europeo, un conto è avere uno stipendio senza sanità e servizi. Negli Stati Uniti i fondi pensione dipendono da Wall Street, e se le cose vanno male ti ritrovi a mangiare kit kat in una roulotte e neghi la scuola ai tuoi figli".
Caustico, sulle dichiarazioni di Tremonti, il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani: "Le farei commentare a confindustria", ha detto Epifani. Positivamente sorpresa la reazione di Luigi Angeletti, leader della Uil: "Dalle cose che ha detto, è come se fosse un nostro iscritto - ha commentatio Angeletti -: so se gli farà piacere ma è così".
"Le parole di Tremonti sull'esigenza di avere posti di lavoro stabili - ha detto invece il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni - sono sicuramente condivisibili. E' un obiettivo che inseguiamo anche noi. Oggi il problema è quello di superare l'idea distorta di flessibilità. Chi è precario o flessibile deve essere pagato di più e avere più tutele e garanzie degli altri. Questo è un punto su cui la Cisl insiste da tempo".
Il ministro Tremonti ha parlato anche della Costituzione repubblicana, giudicandola "ancora valida", ma "non del tutto applicata".
Secondo Tremonti, nella nascita della Costituzione c'era "il confronto fra le tre diverse culture chiave che animavano lo spirito di quel tempo: quella cattolica, quella comunista e quella liberale e la sintesi di queste diverse visioni sta nell'articolo sulla proprietà industriale. Quel passaggio - ha aggiunto il ministro - dove si dice che la Repubblica tutela, regola e disciplina il risparmio, identificando nell'industria del credito una realtà che favorisce l'accesso alla proprietà, all'azionariato popolare, ai grandi complessi produttivi del Paese, è fondamentale".
"La Costituzione però - ha aggiunto Tremonti - non è stata pienamente applicata, perché se uno la legge si rende conto che c'è un grande favore per la proprietà, per l'azionariato popolare, per i titoli di proprietà industriale e questa è un po' la sintesi del compromesso fra le varie ideologie. Quello che è successo nella sua applicazione - ha proseguito Tremonti - è stata un po' una rotazione rispetto a quei principi. Se la Costituzione diceva questo, la sua applicazione e la legislazione hanno detto l'opposto. Si è organizzato per un decennio un sistema che in qualche modo ha sfavorito i titoli di proprietà e favorito quelli di debito. Giusto criterio per cui la grande proprietà industriale doveva essere in qualche modo controllata dal sistema bancario. Credo che un ritorno alla Costituzione - ha concluso - possa portare a concrete e non poche remote riflessioni".
PRECARI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI E NON PERMETTETE CHE TREMONTI SI RIMANGI LA PAROLA...UNO CENTO MILLE UN MILIONE DI POSTI FISSI
Milano - I tempi dell'elogio della mobilità e dell'esempio americano sono passati. Anche il ministro Tremonti torna a elogiare il posto fisso, al punto da individuarlo come "la base della stabilità sociale". Il ministro dell'Economia ha espresso la sua tesi a Milano, al convegno promosso dalla Bpm sulla partecipazione dei lavoratori all'azionariato delle imprese. Al convegno erano presenti anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil.
"Non credo - ha detto il ministro - che la mobilità sia di per sè un valore. Per una struttura sociale come la nostra, il posto fisso è la base su cui costruire una famiglia. La stabilità del lavoro è alla base della stabilità sociale". A imporre forme di lavoro più flessibili, secondo Tremonti, è stata la globalizzaziopne che "non ha trasformato il quantum di lavoro ma la qualità di lavoro, passato da fisso a mobile. Era inevitabile fare diversamente".
Tremonti ha poi analizzato le diverse strutture di welfare elencando le criticità del modello statunitense: "Un conto è avere un posto di lavoro fisso o variabile in un contesto di welfare come quello europeo, un conto è avere uno stipendio senza sanità e servizi. Negli Stati Uniti i fondi pensione dipendono da Wall Street, e se le cose vanno male ti ritrovi a mangiare kit kat in una roulotte e neghi la scuola ai tuoi figli".
Caustico, sulle dichiarazioni di Tremonti, il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani: "Le farei commentare a confindustria", ha detto Epifani. Positivamente sorpresa la reazione di Luigi Angeletti, leader della Uil: "Dalle cose che ha detto, è come se fosse un nostro iscritto - ha commentatio Angeletti -: so se gli farà piacere ma è così".
"Le parole di Tremonti sull'esigenza di avere posti di lavoro stabili - ha detto invece il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni - sono sicuramente condivisibili. E' un obiettivo che inseguiamo anche noi. Oggi il problema è quello di superare l'idea distorta di flessibilità. Chi è precario o flessibile deve essere pagato di più e avere più tutele e garanzie degli altri. Questo è un punto su cui la Cisl insiste da tempo".
Il ministro Tremonti ha parlato anche della Costituzione repubblicana, giudicandola "ancora valida", ma "non del tutto applicata".
Secondo Tremonti, nella nascita della Costituzione c'era "il confronto fra le tre diverse culture chiave che animavano lo spirito di quel tempo: quella cattolica, quella comunista e quella liberale e la sintesi di queste diverse visioni sta nell'articolo sulla proprietà industriale. Quel passaggio - ha aggiunto il ministro - dove si dice che la Repubblica tutela, regola e disciplina il risparmio, identificando nell'industria del credito una realtà che favorisce l'accesso alla proprietà, all'azionariato popolare, ai grandi complessi produttivi del Paese, è fondamentale".
"La Costituzione però - ha aggiunto Tremonti - non è stata pienamente applicata, perché se uno la legge si rende conto che c'è un grande favore per la proprietà, per l'azionariato popolare, per i titoli di proprietà industriale e questa è un po' la sintesi del compromesso fra le varie ideologie. Quello che è successo nella sua applicazione - ha proseguito Tremonti - è stata un po' una rotazione rispetto a quei principi. Se la Costituzione diceva questo, la sua applicazione e la legislazione hanno detto l'opposto. Si è organizzato per un decennio un sistema che in qualche modo ha sfavorito i titoli di proprietà e favorito quelli di debito. Giusto criterio per cui la grande proprietà industriale doveva essere in qualche modo controllata dal sistema bancario. Credo che un ritorno alla Costituzione - ha concluso - possa portare a concrete e non poche remote riflessioni".
venerdì 16 ottobre 2009
mercoledì 14 ottobre 2009
L'IRA DELL'ITALIANO
martedì 13 ottobre 2009
lunedì 12 ottobre 2009
PERCHE' IL 25 OTTOBRE OCCORRE VOTARE BERSANI
IL 25 OTTOBRE VOTIAMO BERSANI, L'UOMO CHE NON ATTACCA MAI BERLUSCONI,
PERCHE', (E QUESTO CI TERRORIZZA COME CITTADINI CHE VOTANO A SINISTRA) D'ALEMA HA DETTO CHE SE VINCE FRANCESCHINI CI SARA' UNA RIVOLTA NEGLI APPARATI CHE POTRANNO NON COLLABORARE. SAREBBE STRANO, SE SI METTESSERO CONTRO CHI SI OCCUPA DEI LORO PICCOLI E GRANDI PRIVILEGI......
PERCHE' VOTANDO BERSANI LA SINISTRA FAREBBE UNA VERA BATTAGLIA CONTRO IL BERLUSCONISMO SEGUENDO I CONSIGLI DI D'ALEMA.
giovedì 8 ottobre 2009
martedì 6 ottobre 2009
giovedì 1 ottobre 2009
I RIFIUTI DI PALERMO NON SONO COME QUELLI DI NAPOLI MA OPERE D'ARTE
PER I CANALI TELEVISIVI 1 2 3 4 5 ITALIA 1: I RIFIUTI PER LE STRADE DI PALERMO NON SONO COME QUELLI DI NAPOLI, SONO OPERE D'ARTE DI CUI TUTTI POSSONO GODERE
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